Gavirate e le contrade

Gavirate è una cittadina dalle antichissime origini, disposta lungo le rive del Lago di Varese. Ne troviamo tracce fin dal 713. La città è strutturata come un insieme di piccoli centri storici, ciascuno con una propria identità. Si compone delle frazioni maggiori, Voltorre, Oltrona al Lago e Groppello nonché dei piccoli centri di Armino, Pozzolo, Fignano e Gavirate stessa.

LA STORIA

Rioni Gavirate

La divisione in rioni rispetta la composizione della città in diversi piccoli centri, ciascuno con le proprie caratteristiche e tradizioni.

I rioni di Gavirate
ArminoGavirate

Oggi Armino. Si narra che ad Armino sia stata nascosta da degli Spagnoli un’anfora piena di monete d’oro, tesoro mai ritrovato e che gli abitanti del posto ancora cercano. È proprio dall’Anfora che viene il nome della contrada.

Pinta D’ora
pozzolo

Oggi Pozzolo. Il nome deriva dalla valle sassosa che scende di fianco ai Ca’ de Monti, dalla quale - dopo le piogge - si sentiva provenire solo il rumore dei massi e delle frane. Le strade di Pozzolo erano composte poi tutte di boccette – ancora visibili lungo la salita della chiesa parrocchiale.

Bocc
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Oggi Fignano. Gli abitanti del rione venivano accolti in centro con la frase “Uet, te vet a ciapà la coca a Fignan”, per le numerose osterie della zona, famose per il buon vino. Si è scelto così di soprannominare la contrada Coca.

Coca
gavirate-ticino

Oggi il centro di Gavirate. Originariamente Alea - a richiamo del viale alberato che l’attraversava.

Lea
Gavirate dall'alto

Oggi Viale Ticino. Il nome richiama sia la caratteristica di questa zona di Gavirate dove di inverno la nebbia stagna più facilmente sia il fatto che proprio in questa zona sorsero le prime fabbriche. Bovisa non è però il nome originario dell’area che in passato era soprannominata “La Gesiora” o “I pastor” a richiamare una vecchia chiesetta esistente nel crocevia tra le Vie IV Novembre e Ticino ovvero per ricordare le famiglie dedite alla pastorizia che vi soggiornavano.

Bovisa
gavirate-lungo-lago

Oggi la zona lungolago. Il nome nasce dall’abitudine di alcuni dongiovanni del centro che usavano amoreggiare con delle fanciulle della zona. Precedentemente veniva anche nominata “ I muschitt” perché infestata di zanzare.

Riva dei Bruti
il-chiostro-di-voltorre

Oggi Voltorre. Il nome fu scelto per la torre del Chiostro – che vi consigliamo di visitare - di epoca medievale.

Tour
dettagli-della-corte

Oggi Oltrona e Groppello. In passato le strade venivano riparate con ghiaia e sassi bianchi della zona di Gavirate. Riempite le buche, vi si passava sopra con dei rulli trascinati da uomini con il compito di livellare le strade. Dal momento che molti abitanti della zona erano dediti a questa attività, vennero soprannominati “Schiscia Sarisc” ovvero schiaccia sassi. Nel tempo si è persa poi la prima parte del nome ed è rimasto solo il riferimento ai sassi e alla pietra.

Sarisc

Il palio dei rioni

Tra le tante tradizioni di Gavirate vorremmo raccontarvi del Palio dei Rioni, nato nel 1954.

Ad ogni Rione corrisponde una squadra. Il palio dei Rioni metteva in competizione le diverse contrade che si sfidavano in gare sportive: una corsa in bicicletta di 2 o 4 Km, una sfida a bocce, la corsa con le carriole, con i sacchi e il tiro alla fune. Più recentemente vennero introdotte le gare in barca e le partite di calcio.

Ogni rione aveva una propria bandiera con dei propri colori – che ritroverete nelle targhette di ingresso dei diversi appartamenti di Ca’ del Re Scartozz – che venivano poi riproposti nei carri per la sfilata.

La vittoria era premiata con una coppa ma soprattutto il titolo di campione in carica.

La storia del Re Scartozz

La villa in cui soggiornerete prende il nome dal Re Scartozz. Non possiamo quindi non raccontarvi la sua storia.

In passato Gavirate, seppur piccolo centro, era conosciuto in tutti i territori che si estendevano da Milano fino al confine, per la numerosa presenza di contadini che lavoravano la terra. Ogni Venerdì mattina, tutti i contadini si ritrovavano al mercato, con i propri prodotti, animando il paese fin dalle prime ore del mattino. Un mattino il mercato si zittì improvvisamente. Si sentì il rumore degli zoccoli e in lontananza si videro arrivare i bianchi e maestosi cavalli che trainavano la carrozza del Re.

Re e Regina, tra lo stupore della gente, scesero dalla loro carrozza e si incamminarono per le vie del mercato, con il capo delle guardie e parte della corte. Mentre camminava tra le vie del mercato, una voce lontana gridò “Viva il Re”. Il capo delle guardie scattò alla ricerca di chi avesse pronunciato quella frase ma non vide nulla. La corte riprese il cammino ma nuovamente una voce gridò “Viva il Re”. Questa volta fu Il Re a girarsi e a vedere in un angolo, nascosto, un bambino con un cartoccio in mano. All’interno vi erano delle uova. “Sono per Lei” disse, porgendole al Re. “Grazie” disse lui prendendo tra le mani il cartoccio usato per incartare i prodotti. Girandosi, con voce possente, disse “D’ora in avanti mi chiamerete tutti Re Scartozz, per ricordare il nobile gesto di questo bambino”.

Da quel momento in avanti, ogni volta che il Re e la Regina si recavano al mercato, il popolo urlava “Viva il Re Scartozz”.

In seguito a questa leggenda, gli abitanti di Gavirate vennero soprannominati “Scartuzzit de Gavirà”.

Ancora oggi il Re Scartozz viene ricordato durante le celebrazioni del Carnevale Gaviratese.

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